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Il mondo della moda, Lifestyle

Microplastiche in lavatrice: l’inquinamento nascosto dai nostri vestiti

Published by

Alberto Gadda

on

Maggio 13, 2025

Quando pensiamo all’inquinamento da plastica negli oceani, l’immagine che spesso ci viene in mente è quella di bottiglie, imballaggi e rifiuti galleggianti. È vero, la plastica visibile è una parte importante del problema, ma non è l’unica. Una minaccia ancora più insidiosa – e invisibile – arriva ogni giorno dalle nostre case. Più precisamente… dalla nostra lavatrice.

In Europa, secondo diverse ricerche scientifiche, fino all’80% delle microplastiche che arrivano nei fiumi e poi nei mari provengono dal lavaggio dei nostri vestiti. Sì, hai letto bene: ogni volta che facciamo una lavatrice milioni di microfibre sintetiche si staccano dai capi, viaggiano con l’acqua di scarico e spesso finiscono per sfuggire ai sistemi di depurazione.

Le microplastiche sono piccolissime particelle di plastica, con un diametro inferiore ai 5 millimetri. Possono essere il risultato della frammentazione di

rifiuti plastici più grandi, oppure possono derivare direttamente da prodotti che le contengono, come cosmetici, vernici, pneumatici e – sorpresa – tessuti sintetici.

Gli impianti di depurazione sono progettati per trattenere le particelle più grandi e per trattare sostanze chimiche disciolte. Tuttavia, le microfibre plastiche sono talmente piccole che riescono a passare attraverso i filtri, finendo così nei corsi d’acqua e, infine, in mare.

Una volta nell’ambiente marino, le microplastiche vengono ingerite dai pesci e da altri organismi acquatici, entrando così nella catena alimentare. È ormai dimostrato che queste particelle finiscono anche nei piatti che portiamo a tavola. Gli effetti sulla salute umana sono ancora in fase di studio, ma il rischio non può essere ignorato.

La gran parte dei vestiti oggi in commercio è fatta con fibre sintetiche come poliestere, acrilico e nylon. Sono materiali economici, resistenti e versatili, ma hanno un grosso difetto: con ogni lavaggio rilasciano microfibre.

Per avere un’idea dell’impatto, basti pensare che un solo ciclo di lavatrice può rilasciare fino a 700.000 microfibre. Questo vale soprattutto per capi di bassa qualità, che tendono a degradarsi più rapidamente.

Quali alternative abbiamo?

La soluzione ideale sarebbe ridurre l’uso di tessuti sintetici e preferire fibre naturali come cotone, lino, canapa o lana (ne abbiamo parlato qui). Questi materiali, essendo biodegradabili, non rilasciano microplastiche nocive durante il lavaggio.

Ovviamente, però, molti di noi hanno già nell’armadio numerosi capi in tessuto sintetico. Gettarli sarebbe uno spreco e contribuirebbe a un altro problema ambientale: quello dei rifiuti tessili. Come possiamo allora limitare il danno?

Negli ultimi anni sono stati sviluppati accessori specifici per ridurre la dispersione di microplastiche durante il lavaggio. I due più diffusi sono:

  • Filtri per lavatrici: si installano direttamente sul tubo di scarico e catturano le microfibre prima che finiscano nelle acque reflue. Alcuni modelli trattengono fino al 90% delle microplastiche.
  • Sacchetti per il lavaggio: si tratta di contenitori in tessuto tecnico (come il Guppyfriend) in cui si inseriscono i capi sintetici. Il sacchetto trattiene buona parte delle microfibre rilasciate, impedendo che si disperdano nell’acqua.

Queste soluzioni, seppur semplici, possono fare una grande differenza se adottate su larga scala.

Buone pratiche quotidiane

Oltre a utilizzare filtri e sacchetti, ci sono altri comportamenti utili per ridurre il rilascio di microplastiche:

  • Lavare i vestiti meno frequentemente e solo quando è necessario.
  • Usare cicli di lavaggio delicati, che riducono l’abrasione dei tessuti.
  • Riempire bene il cestello, per evitare l’eccessivo sfregamento tra i capi.
  • Preferire detersivi liquidi e naturali, che sono meno aggressivi sulle fibre.

Proteggere i mari non è solo responsabilità delle istituzioni o delle aziende: comincia anche da noi. Se vogliamo continuare a nuotare in acque limpide, a mangiare pesce sano e a lasciare un pianeta vivibile alle future generazioni, è il momento di agire.

Quando si parla di inquinamento marino, spesso ci sentiamo impotenti di fronte alla vastità del problema. Ma in realtà, ogni nostra scelta quotidiana ha un impatto. Decidere consapevolmente cosa indossiamo, come laviamo i nostri vestiti e quali accessori utilizziamo in lavatrice può contribuire a ridurre una fonte di inquinamento invisibile ma pericolosa.

Albi 😛

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